Piccole abitudini quotidiane possono aiutarci a scrivere con costanza e a migliorarci pagina dopo pagina. Oltre alla teoria che può fornire un buon corso di scrittura, c’è la pratica, ovvero l’esercizio quotidiano che invita a mettere in pratica gli insegnamenti e i consigli ricevuti e a usare gli strumenti del mestiere per affinarli sempre più.
Buone abitudini per stimolare la creatività
Il principale consiglio che si dà a chi ha intenzione di cimentarsi con la scrittura di un racconto o di un libro è aprire bene gli occhi, guardarsi intorno, alzare le antenne, ovvero essere attenti e ricettivi rispetto alla realtà circostante. Niente come il mondo reale può essere una fonte inesauribile di spunti e stimoli per iniziare a scrivere.
Primo, perché è proprio vero che la realtà supera la fantasia: a volte la cronaca è talmente incredibile da non richiedere particolare inventiva per usarla come spunto interessante.
Secondo, perché è possibile rielaborare a proprio piacimento anche un piccolo fatto, uno scambio di battute che colpisce la nostra attenzione, qualcosa di curioso in cui ci siamo per caso imbattuti. È quindi possibile lavorare di fantasia per trasformare una persona in un personaggio, per mescolare emozioni e sensazioni, per sviluppare all’ennesima potenza le suggestioni, fino a creare mondi nuovi.
Terzo, perché ha veramente a che fare con il mestiere di scrivere osservare, cercare di comprendere e raccontare la realtà che ci circonda. Il mio parere, del tutto personale, è che per fare esperienza bisogna toccare le cose con le proprie mani: chi vive distante dal quotidiano, può lavorare di fantasia, certo, ma deve confrontarsi con il rischio concreto di non riuscire a toccare le corde più sensibili del lettore, se troppo distante da ciò che il lettore cerca. Tutti i mondi che il narratore crea sono possibili, questo è certo, ma non è scontato che il lettore vi si riconosca sempre e a prescindere: ispirarsi e rielaborare ciò che della realtà funziona significa essere sulla giusta strada per creare un mondo narrativo di grande impatto.
Sospendere il giudizio
Se osservare la realtà è il primo passo da compiere per mettersi a scrivere, il consiglio è di farlo sospendendo il giudizio, cioè abbandonando qualsiasi posizione giudicante, che sia in negativo o in positivo, per connetterci davvero con ciò che ci interessa raccontare.
Raccontare, quindi non giudicare, qualificare, incasellare. Uno dei principali consigli per svolgere al meglio il mestiere dello scrittore è guardare il mondo con occhi nuovi, “puliti”, non giudicanti. Questo rinnovato sguardo sul mondo non solo consentirà di raccontare senza pregiudizi ciò che osserviamo, ma anche di cogliere spunti interessanti, che potrebbero diventare spinte alla narrazione, mentre in precedenza erano rimasti sotto traccia, perché giudicati di poco valore. La creatività nasce anche dalle piccole cose: basta saperle cogliere con lo spirito dell’indomito esploratore, che per forza deve guidarci quando scriviamo.
Faccio un esempio: da piccola vedevo spesso mia nonna lavorare a maglia. Non l’ho mai considerata un’attività adatta a me, forse perché pensavo che fosse una cosa noiosa, perfetta per le persone anziane, ma non per quelle più giovani. Ovviamente mi sbagliavo: me ne sono accorta solo quando, qualche anno fa, ho deciso di dedicarmi al lavoro a maglia, avendo letto un articolo che ne sottolineava le conseguenze positive su stress e ansia. All’inizio imparare i punti è stato faticoso, anche perché purtroppo non ho avuto a disposizione nessun insegnante – se non i classici tutorial che si trovano in Rete. Poi però, punto dopo punto, il ticchettio dei ferri (di legno) è diventato un suono irrinunciabile: non solo mi ha aiutata a combattere lo stress, ma mi ha anche riportata indietro negli anni, ricordandomi l’infanzia e le magnifiche creazioni della mia nonna. Ecco che aver abbandonato il giudizio negativo su un’attività creativa, tanto semplice quanto straordinaria, mi è stato d’aiuto sia per le mie creazioni, sia per richiamare alla mente i ricordi da cui partire per raccontare la mia storia.
Stimolare i cinque sensi
Un altro consiglio per stimolare la creatività è allenare i cinque sensi. Siamo quotidianamente bombardati da informazioni. Per sapere qualcosa non dobbiamo fare sforzi: nella maggior parte dei casi, sono i contenuti a raggiungerci, a volte ancor prima di averli cercati o di aver espresso un reale interesse nei loro confronti. Essere informati non è però la stessa cossa che conoscere. Sentire non è ascoltare. Vedere è diverso da osservare. Toccare, annusare, assaggiare sono azioni indispensabili per conoscere: la conoscenza è a mio parere preceduta dalla sperimentazione. Aprirsi al mondo per poi raccontarlo significa mettersi in gioco, partendo da zero: il livello più puro e genuino della nostra capacità di comprensione è quello relativo ai nostri sensi, che sono appunto gli strumenti con cui conosciamo il mondo, ancor prima di nascere.
Se ci abituassimo a riscoprirne l’uso e le incredibili funzionalità, torneremo ad essere “spugne”, come lo siamo stati da bambini, capaci di assorbire ciò che della realtà ci servirà per diventare apprezzabili costruttori di mondi narrativi.
Leggere qualsiasi cosa
Leggere, leggere qualsiasi cosa, anche le etichette dei prodotti da bagno. C’è un sacco di creatività in quelle parole: il prodotto è quello che è, magari le sue qualità non sono incredibili, ma conta come vengono raccontate. Il marketing è uno straordinario modello di riferimento e stimolo quanto a creatività! Nei messaggi pubblicitari, nelle parole che descrivono un prodotto, negli slogan ci sono le parole chiave del momento: facile, veloce, gratis… Stiamo parlando di abitudini di consumo, certo, ma stiamo anche parlando di lessico, di immagini, anzi di un immaginario che prende forma nel momento stesso in cui viene raccontato.
Tra quelle frasi brevi e incisive, costruite per essere efficaci, ovvero per convincere e spingere a compiere un’azione – la famosa call-to-action – ci sono spunti interessantissimi per chi desidera scrivere testi narrativi. Questi ultimi, seppur diversi dai messaggi pubblicitari, possono essere costruiti sul parlato – pensiamo ad esempio ai dialoghi – diventandone mimesis letteraria.
Non tralascerei in ogni caso la lettura di opere più impegnative, dai grandi classici alle ultime pubblicazioni. La lettura, per chi scrive, è puro nutrimento, sia a livello grammaticale, sintattico, semantico, sia a livello di contenuti e conoscenza: nessuno sa interpretare il mondo come i grandi narratori di ieri e di oggi.
Mettersi alla prova ogni giorno
Ora tocca a te! Il mio consiglio è di sperimentare la tua creatività, scrivendo ogni giorno. I brani da comporre possono essere brevi, composti anche da cinque o sei righe: l’importante è dedicarsi alla scrittura ogni giorno, poco per volta. Puoi raccontare qualcosa della tua infanzia, partendo da ciò che ti piaceva fare. Ricorda di scavare tra i ricordi usando i cinque sensi e riproducendo tutte le sensazioni (ofattive, uditive, tattili, ecc.), che c’erano intorno a te: in questo modo ti sarà più facile “trascinare” il lettore nel tuo mondo e renderlo davvero partecipe di ciò che stai raccontando.