Come inizia la collaborazione tra ghost writer e committente? Con il confronto e il passaggio delle informazioni, tutto avviene attraverso delle videocall che permettono al committente di raccontare la storia che verrà trasformata in un libro, e al ghost writer di entrare nell’argomento e calarsi nei panni del committente.
In questo articolo vi parliamo di alcune buone pratiche per call efficaci!
La call tra committente e ghost writer: il primo tassello per un libro di successo!
Lo diciamo sempre: la prima regola per un ghost writer è sapersi calare nei panni del suo committente. Per creare i contenuti che poi formeranno il manoscritto, ghost writer e committente dovranno confrontarsi in diverse call, meglio se videocall, che servono per conoscersi, ma soprattutto per permettere al committente della storia di dare al ghost writer tutte le informazioni necessarie e che consentiranno l’elaborazione dello scritto.
Far scrivere il proprio libro a qualcun altro è una scelta che può essere motivata da diverse ragioni, ne parliamo nell’articolo Il Ghost writing, ma oggi vogliamo affrontare il secondo momento di un progetto editoriale di ghost writing, ovvero la gestione delle call per il passaggio delle informazioni tra committente e ghost writer.
In questo articolo approfondiremo nel dettaglio come affrontare questa parte cruciale del processo di creazione del manoscritto, assicurandoci che la collaborazione sia fluida, produttiva e soddisfacente per entrambe le parti.
1. Organizzare il calendario con scrupolo
La gestione del tempo è un aspetto fondamentale per questo tipo di attività. Per garantire il successo del progetto editoriale, è essenziale pianificare con attenzione le chiamate tra ghost writer e committente.
Non è facile, soprattutto per il committente del progetto, assicurarsi regolarmente il tempo necessario da dedicare alle call con il ghost writer.
Nel caso della scrittura di un manoscritto professionale, può risultare difficile ritagliarsi il tempo da dedicare a questo progetto al di fuori della routine di incombenze e scadenze.
Nel caso di un progetto privato (biografia, autobiografia, romanzo, ecc…), le idee possono sembrare più nebulose e la tentazione di dilatare i tempi è sempre dietro l’angolo.
Di contro il ghost writer è sicuramente più flessibile nel dedicare tempo alle call, dopotutto è il suo lavoro, ma deve prestare attenzione al calendario dei progetti di cui si sta occupando: è fondamentale non sovraccaricarsi, in modo da poter dedicare il giusto spazio ad ogni progetto editoriale e mantenere il ritmo giusto con ogni committente.
Ma perché assicurarsi di evitare ampi spazi temporali tra una chiamata e l’altra? Non certo per fretta, ma perché è fondamentale per entrambe le parti che la mente sia concentrata sul progetto per mantenere il focus e “sfruttare” al massimo il momento di condivisione, come fonte di ispirazione non solo per i contenuti, ma anche per il linguaggio e i modi in cui immedesimarsi. Più il tempo passa più i temi e gli argomenti perdono di soggettività e diventano neutri.
Perciò nel momento in cui siglate l’accordo assicuratevi entrambi il tempo per lavorare al progetto, meglio posticipare di qualche settimana per avere un piano di lavoro regolare piuttosto che iniziare subito ed avere lunghe pause controproducenti nel mezzo.
2. Creare un ambiente di lavoro tranquillo
Le chiamate tra ghost writer e committente richiedono un elevato grado di concentrazione.
Non è un esame, tranquilli! Ma la concentrazione sul tema da trattare è fondamentale, perciò entrambe le parti devono impegnarsi a ritagliarsi un ambiente di lavoro tranquillo e privo di distrazioni per condurre queste call in modo efficace.
Elementi come interruzioni da parte di altre persone, linea instabile, rumori ambientali, spostamenti, ecc… potrebbero ostacolare la comunicazione.
Un ambiente silenzioso e privo di interruzioni contribuirà in modo significativo a mantenere un dialogo efficace, nonchè a ritagliarsi uno spazio sereno e piacevole di dialogo e confronto.
3. Tempo adeguato per le videochiamate
Le videocall rappresentano una fase cruciale della collaborazione per un progetto di ghost writing. Il tempo necessario per queste chiamate è un aspetto da non sottovalutare: la durata ideale non deve essere sotto l’ora e possibilmente mai sopra l’ora e mezza, in modo da raccogliere tutte le informazioni necessarie.
Questo tempo permette al committente e al ghost writer di affrontare a pieno un argomento, senza fretta e senza stancarsi troppo con il rischio di perdere concentrazione e lucidità.
Al contrario una chiamata troppo corta potrebbe tralasciare dettagli importanti, mettere entrambe le parti in agitazione per il senso di fretta che li pervade e rischiare di compromettere il lavoro.
4. Domande efficaci: consigli per il ghost writer
L’abilità del ghost writer, prima ancora che nella scrittura, si deve manifestare nella scelta delle domande da porre al committente, devono essere chiare e pertinenti e, per ottimizzare il proprio lavoro, dovrebbero seguire uno schema. Risulta utilissimo muoversi dal generico allo specifico, partire da domande di ampio respiro e durante la narrazione da parte del committente fare domande che entrino sempre di più nel dettaglio, immaginate la direzione della conversazione come l’acqua che scivola dentro un imbuto. Si parte così con una visione d’insieme del progetto fino ad arrivare a dettagli specifici.
Inoltre la capacità di fare domande intelligenti è fondamentale per avere informazioni cruciali per la buona riuscita del progetto editoriale.
5. Gestire le divagazioni
Durante le videocall, può succedere che il committente si distragga o divaghi passando per associazioni mentali o ricordi su argomenti diversi.
A questo punto è tutto nelle mani del ghost writer, è lui a conoscere le dinamiche del lavoro e deve essere in grado, in maniera educata e naturale, di interrompere la deviazione della narrazione per riportarla sui giusti binari.
6. Prendere appunti dettagliati
Le registrazioni delle conversazioni con il committente aiutano il ghost writer a non perdere nulla della conversazione: certo la registrazione richiede un doppio lavoro di ascolto e più ore di lavoro, ma darà la certezza di scrivere al meglio il progetto commissionato.
È importante, per questioni di privacy, che il committente sia sempre informato dei momenti in cui viene registrato. Oltre alla registrazione però è buona norma prendere appunti in diretta: scrivere è importante per rimanere concentrati e capire quando la conversazione si sposta su argomenti che magari è necessario approfondire e di cui il committente non riconosce l’importanza o se la narrazione si sta spostando oltre i confini di interesse.
In conclusione, la gestione delle videocall è una parte del lavoro di scrittura e pubblicazione di un libro, cui va prestata particolare attenzione:
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per il ghost writer, una buona organizzazione è sinonimo di efficienza, sia in termini di tempi di lavoro sia in qualità: avere la mente libera e pronta a concentrarsi ed assorbire tutte le informazioni del committente, i suoi modi di dire e di pensare gli sarà indispensabile per prendere le sue sembianze come scrittore e creare un manoscritto che gli calzi a pennello!
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per il committente, rispettare le regole sui ritmi significa ritagliarsi regolarmente del tempo per dedicarsi appieno a un progetto che desidera e che gli porterà grandi soddisfazioni. Il suo compito è mettersi comodo e raccontare: ci penserà il ghost writer a condurlo sulla strada giusta e l’esperienza sarà per entrambi sicuramente piacevole.
Per approfondire
La call tra committente è ghost writer è solo il primo tassello per un progetto editoriale di successo! Per approfondire questo servizio guarda questo video oppure scarica la nostra guida gratuita sulla scelta del ghost writer giusto per il tuo progetto editoriale!