Esperienza e voglia di rinnovarsi sono le parole chiave per descrivere come lavora un ghost writer: ogni libro è una nuova sfida, che lo porterà a non ripetersi, a non essere mai uguale a se stesso e a percorrere nuove strade.
Come lavora un ghost writer
Per capire come lavora un ghost writer, occorre partire dall’organizzazione con cui disciplina l’attività con il suo cliente o committente. In accordo con quest’ultimo deve infatti stabilire un piano lavoro, in cui siano definite:
- data di inizio del ghost writing
- data di consegna del manoscritto (bozza)
- pianificazione degli incontri (videocall)
- tempistiche per la revisione della bozza
Condividere il calendario con il committente è importante per l’organizzazione del lavoro: è necessario che entrambi i soggetti coinvolti nel ghost writing riservino a questa attività il giusto tempo. Ciò vale sia quando il committente deve raccontare a voce la sua vita (autobiografia), sia quando deve spiegare al ghost writer la storia che ha in mente (romanzo).
Nel primo caso si tratterà di un vero e proprio work in progress: in videocall il committente racconta a voce, il ghost writer prende appunti, di conseguenza scriverà man mano le bozze.
Nel secondo caso possono bastare una o poche videocall: se il committente ha in mente una trama, può trasferirla brevemente al ghost writer, che poi sarà autonomo nello svolgimento del lavoro.
Le videocall durano in genere un’ora/un’ora e mezza ciascuna. Perché siano efficaci, ovvero non dispersive, è bene che siano fissate in un momento della giornata privo di distrazioni: il committente dovrebbe spegnere il telefono, isolarsi dal resto della famiglia, concentrarsi su ciò che andrà a raccontare. Può essere utile definire prima dell’inizio della call un indice con gli argomenti che si andranno a trattare, in modo da raccontare ciò che sarà veramente utile per il libro, essere incisivi nella narrazione e non perdere il filo del discorso.
Da parte sua, il ghost writer, oltre a prendere appunti a mano, può chiedere di registrare le chiacchierate per evitare di perdere passaggi importanti e per chiarirsi eventuali dubbi in fase di stesura.
La stesura e l’invio al committente delle bozze
Il ghost writer può decidere di inviare la bozza scritta tra una videocall e l’altra oppure dopo un certo numero di call. Ciò dipende dal tipo di ghost writing che sta realizzando e dalla necessità del committente di capire il tipo di lavoro in corso prima di proseguire con la sua narrazione orale.
La stesura di un manoscritto assomiglia al lavoro di uno scultore, che dà forma a un blocco di materia ricavandone la sua opera. Considerando la scrittura in questi termini, è probabile che il ghost writer intenda dedicarsi al suo manoscritto mettendovi quotidianamente la sua arte, il suo stile, il suo tocco magico, senza “intromissioni”. È quindi probabile che opti per l’invio della bozza conclusa piuttosto che di bozze intermedie, che invece invierà se richieste esplicitamente dal committente o dalla tipologia di lavoro in corso.
In qualsiasi caso, il committente sa che ciò che il ghost writer sta scrivendo e che andrà a consegnargli (in Word) è appunto una bozza, ovvero un testo non definitivo, sul quale il committente potrà intervenire con segnalazioni e/o richieste di modifiche, che il ghost writer inserirà, se ritenute opportune, nel testo stesso.
Entro un arco di tempo precedentemente concordato (di solito il committente ha al massimo un mese di tempo per rileggere la bozza e segnalare le modifiche), si arriverà così al manoscritto finale, di cui il committente potrà disporre in assoluta libertà.
Quanto tempo serve per un ghost writing?
È bene che il ghost writing, dalla prima videocall alla consegna del manoscritto finito (non più bozza), venga realizzato in un arco di tempo contenuto (massimo tre/quattro mesi). Anche il tempo tra una videocall e l’altra deve essere ridotto, in modo che né il committente né il ghost writer perdano contatto con il lavoro a cui entrambi, seppur da due prospettive diverse, si stanno dedicando.
Più l’arco di tempo per la realizzazione di un testo è raccolto e diciplinato da un calendario preciso, più il lavoro ne risentirà in termini positivi. Al contrario, se gli incontri per il racconto orale non sono disciplinati da un piano condiviso, se il committente rimanda spesso gli appuntamenti già fissati, il risultato finale potrebbe risentirne e il ghost writer potrebbe anche richiedere un sovrapprezzo. Naturalmente la stessa precisione è richiesta al ghost writer.
Se hai scelto un professionista serio, non avrai problemi di questo tipo: può succedere a tutti di rimandare un impegnopreso, l’importante è che ciò non sia la regola e non si ripercuota sul risultato finale.
Riporto qui sotto i passaggi fondamentali sui quali accordarsi prima di iniziare un ghost writing:
- appuntamenti per le videocall
- tempistiche stesura del testo
- consegna della bozza al committente da parte del ghost writer (formato Word)
- rilettura della bozza da parte del committente e segnalazione di eventuali modifiche da apportare al testo (entro un mese dalla ricezione della bozza)
- inserimento in bozza da parte del ghost writer delle modifiche (entro pochi giorni)
- invio del manoscritto definitivo da parte del ghost writer al committente, che potrà disporre liberamente del manoscritto stesso
La cessione del copyright
La formula con cui il ghost writer cede il manoscritto al committente si richiama al principio di riservatezza:
“Le parti si impegnano reciprocamente ad assicurare la assoluta riservatezza di tutte le informazioni, in particolare di natura tecnica, economica, commerciale e finanziaria contenute nel presente contratto e che comunque si scambieranno in applicazione del medesimo, a eccezione di quelle di pubblico dominio.
Si impegnano pertanto a non diffondere tali informazioni, in tutto o in parte, a soggetti terzi, senza la preventiva autorizzazione dell’altra parte, salvo che ciò non sia necessario per l’esecuzione dell’accordo stesso”.